Un traguardo rivoluzionario nel campo dell’informatica biologica!

Una startup svizzera ha appena lanciato un ‘biocomputer’ che connette a 16 mini-cervelli umani (organoidi cerebrali, ossia cellule del cervello) , creando un sistema di calcolo ad energia molto bassa. Questa innovazione sfrutta il potere di elaborazione dei neuroni biologici, offrendo una visione del futuro della computazione.

Il biocomputer di FinalSpark utilizza organoidi, cluster di cellule cerebrali umane coltivate in laboratorio, che vengono collegati a elettrodi e a un sistema microfluidico per fornire acqua e nutrienti. Questo approccio, noto come computing wetware, permette di studiare mini-repliche di organi e ha il vantaggio di consumare mille volte meno energia rispetto ai processori digitali tradizionali.

Con l’aumento dell’uso degli artificial neural networks, come quelli che sostengono i grandi modelli linguistici come Chat GPT, è diventato sempre più importante trovare modi per rendere la computazione più efficiente energeticamente. FinalSpark sta portando avanti questo obiettivo con la sua tecnologia innovativa.

Che ne pensate?

 

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