Se ci sono broccoli c’è vita…

Se riusciamo a rilevare questo gas su mondi lontani, potrebbe significare che c’è vita.

Ecco un’idea che probabilmente non è mai passata per la mente alla maggior parte degli appassionati di spazio: un gas emesso da alcune piante (come i broccoli) è uno dei segni più indicativi dell’esistenza della vita su un pianeta. Almeno secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università della California Riverside.

Quel gas, il bromuro di metile, è stato a lungo associato alla vita sulla Terra. Si presenta naturalmente dal processo di difesa delle piante. Il bromuro di metile, in particolare, è interessante dal punto di vista astrobiologico. In primo luogo, ha una vita relativamente breve nell’atmosfera di un pianeta. Ciò è particolarmente importante per le ricerche sugli esopianeti, poiché significa che qualunque processo produca il gas è molto probabilmente ancora attivo. La sua presenza non è semplicemente il risultato di un evento geologico accaduto secoli fa. Un secondo vantaggio è quello che tutti gli astrobiologi amano vedere: ci sono pochissimi processi non biologici che producono il gas e anche quei processi non sono tipicamente naturali. Un terzo vantaggio è la lunghezza d’onda spettroscopica che condivide con un gas “cugino” che è anche una biofirma: il cloruro di metile, che risulta anch’esso dal processo di metilazione.

La loro firma combinata li renderebbe molto più facili da rilevare da lontano, ed entrambi sono indicativi dell’esistenza di un processo biologico. Tuttavia, qualsiasi scoperta del genere potrebbe dover aspettare un po’. Nemmeno il JWST (James Webb Space Telescope) è impostato per rilevare oligoelementi nell’atmosfera di un esopianeta.

Tuttavia, nei prossimi anni, alcuni telescopi terrestri saranno all’altezza del compito. Gli astrobiologi speranzosi dovranno aspettare ancora un po’…

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