L’inquinamento da calore sotterraneo potrebbe essere sfruttato per mitigare il cambiamento climatico

Il segreto per riscaldare in modo efficiente alcuni edifici potrebbe nascondersi sotto i nostri piedi, nel calore che gli esseri umani hanno inavvertitamente immagazzinato sottoterra.

 

Proprio come le città riscaldano l’aria circostante, dando origine a isole di calore urbane, così anche le infrastrutture umane riscaldano la terra sottostante. Ora, un’analisi dei siti di pozzi sotterranei in Europa e parti del Nord America e dell’Australia rivela che circa un paio di migliaia di questi luoghi possiedono un calore sotterraneo in eccesso che potrebbe essere riciclato per riscaldare gli edifici per un anno, così riferiscono i ricercatori su Nature Communications dell’8 luglio.

Inoltre, anche se gli esseri umani riuscissero a rimuovere tutto questo inquinamento termico accumulato, le infrastrutture esistenti in circa un quarto delle località continuerebbero a riscaldare il terreno a sufficienza da consentire la raccolta del calore per molti anni a venire. Ciò potrebbe ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e contribuire a mitigare il cambiamento climatico.

Il calore è disperso nel sottosuolo dalle fondamenta di edifici, parcheggi e gallerie, e da superfici artificiali come l’asfalto, che assorbono la radiazione solare.

L’estrazione dell’inquinamento termico potrebbe essere realizzata convogliando le acque sotterranee alle pompe di calore in superficie. L’acqua, riscaldata sottoterra da tutto quel calore intrappolato, potrebbe quindi riscaldare gli edifici rilasciando calore nei loro interni più freschi.

Sfruttare il calore sotterraneo in questo modo potrebbe fornire ad alcune comunità un mezzo affidabile e a basso consumo energetico per riscaldare le proprie case.

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