DHCP su Ubuntu: il bello di essere dinamici

La presente brevissima guida descrive in estrema sintesi l’installazione e configurazione di un server DHCP su di una macchina Linux Ubuntu.  Come dovrebbe essere noto il DHCP, ovvero Dynamic Host Configuration Protocol, è un protocollo di rete utilizzato per configurare in maniera dinamica, potremmo dire “al volo”,   le schede di rete al fine di minimizzare gli sforzi necessari per manutenere configurazioni di tipo statico. In soldoni, invece di definire manualmente l’indirizzo IP, la netmask, il gateway di default, DNS, ecc. ecc. necessari per consentire alla specifica macchina di “navigare”    in rete, demandiamo il tutto al server DHCP. E’ intuitivo riflettere sull’utilità di tale approccio soprattutto quando i dispositivi in questione sono di tipo mobile.

Partiamo come di consueto con l’installazione sul server, nel mio caso un Ubuntu 12.04.1 LTS, del pacchetto richiesto:

$sudo apt-get install isc-dhcp-server

Per chi avesse già installato in tempi precedenti un server DHCP c’è da considerare la possibilità di andare in confusione. Infatti, il pacchetto che utilizzavamo un po’ di tempo fa, ovvero dhcp3-server  è stato rinominato in isc-dhcp-server.  In realtà anche se dessimo il comando:

$sudo apt-get install dhcp3-server

il risultato dovrebbe essere lo stesso. Ciò è testimoniato dal fatto che in risposta al comando:

$ apt-cache search dhcp3-server

otteniamo:

isc-dhcp-server – ISC DHCP server for automatic IP address assignment
dhcp3-server – ISC DHCP server (transitional package)
isc-dhcp-server-ldap – DHCP server able to use LDAP as backend

In buona sostanza i due pacchetti sono la stessa cosa.

A voler fare i “precisini”, e chi mi conosce spesso mi mette in questa categoria, il prefisso “isc” nel nome del pacchetto fa riferimento all’ Internet Systems Consortium(ISC), un’organizzazione che sviluppa e manutiene  una varietà di software tra cui  BIND, INN ed appunto una implementazione del DHCP. Per comprendere l’importanza di tale organizzazione pensate che il suo sito web, www.isc.org, ha un page rank Google di 7 che è di tutto rispetto.

Nel caso in cui sul server fossero presenti più schede di rete è possibile “bindare”, cioè legare, ad una specifica eth del server il demone in questione. Tutto ciò è possibile grazie al file:

/etc/default/isc-dhcp-server

Il file di configurazione principale è /etc/dhcp/dhcpd.conf

Al solito, prima di metterci le mani sopra e modificarlo, è saggio farsi una copia di backup dello stesso:

sudo cp /etc/dhcp/dhcpd.conf /etc/dhcp/dhcpd.conf_BAK

Dunque per la modifica si può procedere con:

sudo nano /etc/dhcp/dhcpd.conf

Di seguito una configurazione minimale ma funzionante del suddetto file:

# (configurazione minimale per lan interna )

ddns-update-style none;

option domain-name “example.org”;
option domain-name-servers ns1.example.org, ns2.example.org;

default-lease-time 600;
max-lease-time 7200;

option subnet-mask 255.255.255.0;
option broadcast-address 192.168.0.255;
option routers 192.168.0.1;

subnet 192.168.0.0 netmask 255.255.255.0 {
range 192.168.0.130 192.168.0.254;
}

Per riavviare:

sudo service isc-dhcp-server restart

Nota finale:  per verificare i lease è possibile usare il comando:

sudo tail /var/lib/dhcp/dhcpd.leases

Hope this helps 😉

Carlo A. Mazzone

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