DevOps e programmazione Agile

Il termine DevOps deriva dalla fusione dei termini Development e Operations, dove il primo, development, fa riferimento alle attività di sviluppo software tipiche di un programmatore e il secondo, operations, focalizza l’attenzione su quelli che sono gli aspetti sistemistici e quindi di configurazione di macchine, di sistemi operativi e ambienti di gestione di dati. In generale, in questo contesto tali attività hanno come scopo principale quello di realizzare il cosiddetto deployment delle applicazioni ovvero quelle attività che consentono all’applicazione di essere spostate dall’ambente di produzione all’ambiente in cui l’applicazione viene create e testata all’ambiente in cui l’applicazione verrà eseguita e/o distribuita.

 

Figura – Una rappresentazione grafica del DevOps.

 

Il senso è che negli ultimi anni le figure di sviluppatore e sistemista, a volte in contrapposizione per impostazione lavorativa, si sono avvicinate sempre di più a causa delle evoluzioni dei sistemi, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo in cloud e i vari ambienti di virtualizzazione. In realtà con tale contesto si fa riferimento ad un vero e proprio movimento che vede in DevOps una metodologia di gestione dei processi software che mirano all’ottimizzazione dello sviluppo di applicazioni guardando ai nuovi metodi previsti dalla programmazione Agile.

Quando si parla di sviluppo software si fa riferimento a tutto quell’insieme di attività, note anche come ciclo di vita del software, che partono dal livello di ideazione di un nuovo prodotto software e che, passando attraverso varie fasi di progettazione, sviluppo e collaudo (testing) arrivano fino al rilascio del prodotto in questione. Come si può facilmente intuire, l’insieme di queste fasi è di norma regolato da una serie di schemi standard noti come metodologie di sviluppo del software che rientrano nel più vasto contesto dell’ingegneria del software.

Potrà sembrare strano parlare di ingegneria per un prodotto non fisico ma in effetti lo sviluppo di un software viene visto come se si trattasse di un problema di tipo industriale in cui si cerca l’ottimizzazione dei processi produttivi rispetto ai tempi e ai costi degli stessi.

Ebbene, senza scendere eccessivamente nei dettagli della questione, le metodologie più vecchie (come ad esempio il modello a cascata) sono state in questi anni messe in crisi dalla velocità del mondo moderno che richiede software di qualità in tempi sempre più ristretti. DevOps, con il suo abbraccio alla metodologia Agile cerca di suggerire una possibile soluzione a tali problematiche. Già dal nome, Agile, si intuisce la volontà di sviluppare in modo dinamico. I fondatori di tale metodologia hanno stilato un vero e proprio manifesto (http://agilemanifesto.org) in cui sono elencati una serie di principi che si chiede di seguire per sviluppare software secondo questa nuova metodologia.

Di seguito un elenco tratto dal manifesto in questione:

 

  • La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore, fin da subito e in maniera continua.
  • Accogliamo i cambiamenti nei requisiti, anche a stadi avanzati dello sviluppo. I processi agili sfruttano il cambiamento a favore del vantaggio competitivo del cliente.
  • Consegniamo frequentemente software funzionante, con cadenza variabile da un paio di settimane a un paio di mesi, preferendo i periodi brevi.
  • Committenti e sviluppatori devono lavorare insieme quotidianamente per tutta la durata del progetto.
  • Fondiamo i progetti su individui motivati. Diamo loro l’ambiente e il supporto di cui hanno bisogno confidiamo nella loro capacità di portare il lavoro a termine.
  • Una conversazione faccia a faccia è il modo più efficiente e più efficace per comunicare con il team ed all’interno del team.
  • Il software funzionante è il principale metro di misura di progresso.
  • I processi agili promuovono uno sviluppo sostenibile. Gli sponsor, gli sviluppatori e gli utenti dovrebbero essere in grado di mantenere indefinitamente un ritmo costante.
  • La continua attenzione all’eccellenza tecnica e alla buona progettazione esaltano l’agilità.
  • La semplicità – l’arte di massimizzare la quantità di lavoro non svolto – è essenziale.
  • Le architetture, i requisiti e la progettazione migliori emergono da team che si auto-organizzano.
  • A intervalli regolari il team riflette su come diventare più efficace, dopodiché regola e adatta il proprio comportamento di conseguenza.

Carlo A. Mazzone

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